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      Alcuni abboriscono affatto il salasso, altri l'esercitano tanto, che svenano le persone. Forse i primi non salvano chi potea guarire; forse gli altri fan perire chi sarebbe ancor vivo. Però è da pregar Dio, che ad ognun di noi tocchi alcun di que' prudenti medici, de' quali ogni città suole averne più d'uno, che sanno secondar la natura, e non già imbrogliarla o snervarla co i lor medicamenti e salassi, di modo che l'ajutino, se è possibile, a risorgere: giacché niuno di noi ha da pretendere di vivere sulla terra per de i secoli, essendo impostura lo spacciar segreti per questo, e pazzia il prestarvi fede. Il medico franzese Pecquet, celebre per alcune scoperte di notomia, era sì ghiotto dell'acqua di vita o sia di vite, che non solo puzzava sempre a cagion d'essa, ma la predicava agli amici per un rimedio contro tutti i mali. Volete altro? Questa acqua di vita, (che così la chiamano i franzesi) per lui si convertì in un'acqua di morte; e lo stesso suol anche accadere a tanti altri bevitori di questo dolce veleno. Egli affrettò a se stesso il fine de' suoi giorni, e furono poi trovate le viscere sue come bruciate dal fuoco liquido d'esso liquore. Un medico, che ha saputo ammazzar se stesso, dubitarei forte io, che avesse mandato più d'uno innanzi a sé all'altra vita. Non mancano libri composti da i medici stessi in discredito della lor professione, e massimamente l'opera dell'italiano Leonardo da Capoa, e quella di Gedeone Herveo inglese de vanitatibus, dolis, & mendaciis medicorum.


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Della forza della fantasia umana
di Ludovico Antonio Muratori
Editore Pasquali Venezia
1745 pagine 212

   





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