Pagina (174/212)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma in que' libri non son compresi i medici saggi, e studiosi della lor nobil arte, i quali possono ajutar ne' morbi la natura; e quando anche ajutar non la possano, almen sanno non nuocere.
     
     
      CAPITOLO XVIIDel commerzio dell'anima col corpo,
      e della concupiscenza dell'uomo.
     
      Essendo formato l'uomo di due sì diverse sostanze, cioè dell'anima ragionevole, indivisibile, e puro spirito immateriale; e del corpo, cioè di una macchina artificiosa, tutta di materia divisibile: i filosofi, che conoscono il commerzio quotidiano, che passa fra questi due componenti, finché stanno insieme uniti, si mettono poi curiosamente a cercare, come questa materia organizzata muova l'anima, e vicendevolmente l'anima muova il corpo. Che un corpo messo in moto partecipi questo suo movimento ad un altro corpo, non è sì facile ad intendere. Tuttavia si va sufficientemente spiegando in considerar le leggi e forze della meccanica. Ma che un corpo muova uno spirito, che non ha parti: e che uno spirito dia moto ad un corpo, che ha una natural quiete e resistenza: non si sa intendere la maniera, e tuttavia sì fatta quistione è scura. Hanno gli aristotelici immaginato un influsso fisico fra l'anima e il corpo. Meglio fatto credette il Descartes di ricorrere qui alla divinità, figurandosi, che la volontà di Dio intervenga in forma particolare a qualsivoglia movimento fra il corpo e l'anima, rifondendo perciò in Dio, e non già in noi, la forza motrice di questi due principj. E questo si noma il sistema delle cagioni occasionali, che il padre Malebranche sottilizzando accrebbe con immaginare, che noi miriamo nello stesso Dio le idee delle cose.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Della forza della fantasia umana
di Ludovico Antonio Muratori
Editore Pasquali Venezia
1745 pagine 212

   





Descartes Dio Dio Malebranche Dio