Questo è il commerzio, che fa l'anima col corpo, e lo fa per mezzi naturali, cioè con quegli strumenti, e quelle virtù, che Dio nel fabbricare il corpo umano, e nel congiungere seco una sostanza di dignità tanto superiore, come è l'anima ragionevole, diede all'uno e all'altra, acciocché unitamente, l'uno servendo, e l'altra comandando, operassero ciò, che si conviene all'uomo. Dio, che è intelligenza infinita, nel formar noi ad immagine e similitudine sua, conferì ancora all'anima nostra una particella della facoltà di pensare, intendere, raziocinare, e far altre azioni competenti solamente ad una sostanza spirituale ed intelligente. Ma niuna necessità par che vi sia di un particolare ajuto di esso Creatore a i moti dell'umana volontà, posto sempre l'ajuto ed influsso universale, per cui Dio conserva le cose create, e concorre a tutti i movimenti delle creature animate ed inanimate; e noi non dobbiamo senza necessità moltiplicare gli enti. Non si troverà implicanza alcuna in dire, che Dio nel crear le anime nostre, abbia loro compartita un'intrinseca forza di muovere ad alcune funzioni il corpo, suo compagno, o servo che sia, giacché ancor questa è una porzione del privilegio del libero arbitrio, di cui egli l'ha arricchita. E se non intendiamo questa forza, come ci par d'intendere quella dei corpi mossi, che muovono gli altri; né si toglie la difficultà con dire, ch'ella si serve da alcuni sottilissimi spiriti: che importa? Tante altre cose dell'anima nostra le troviamo scurissime, e pur son vere.
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