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      Certamente lo stesso Dio è uno spirito, e ciò non ostante muove a suo talento i corpi. Oh si dirà, questo farsi da lui colla sua onnipotenza. Ma si torna a ricordare ch'egli in volendo formar l'uomo ad immagine e similitudine sua, è da credere, che avrà anche compartita una particella della sua potenza alla di lui anima, tanto per intendere e raziocinare, quanto per comandare al corpo destinato a servirla. Se poi l'anima comandi a dirittura ai nervi, ovvero eserciti il suo despotismo per mezzo della fantasia, motrice possente del corpo nostro, per la communicazione, che il cerebro ha col cuore e con tutti i nervi: nol saprei dire.
      Ben so, che quando vegliamo, passa un continuo commerzio fra l'anima e la fantasia; e si è anche veduto, che qualora sognamo, comunicano insieme queste due potenze, ma in maniera diversa. Ora perché ho detto di sopra, che la concupiscenza nostra ha sua sede nella fantasia, convien ora spiegar questo. Si dà concupiscenza buona, ed è allorché desideriamo secondo la retta ragione cose naturali o sopranaturali. Con ragione amiamo il nostro corpo, i cibi, i comodi della vita, e così discorrendo. Qualora nondimeno si nomina concupiscenza, o si dice concupiscenza della carne, noi intendiamo un male e difetto, che nel presente stato è in noi, perché combatte bene spesso collo spirito, cioè contro le leggi interne della nostra ragione. Si dee intanto ripetere, che il corpo o sia la carne, perché materia, non è capace di desiderare. Questo appartiene alla sola anima, in cui riconosciamo la volontà, e gli appetiti innati, che dovrebbero sempre portarci al bene, ma che per miseria e colpa nostra ci portano anche al male.


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Della forza della fantasia umana
di Ludovico Antonio Muratori
Editore Pasquali Venezia
1745 pagine 212

   





Dio