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      Purtroppo noi miriam tuttodì i maligni effetti della potenza, delle ricchezze, della bellezza, dell'amore delle voluttà corporee, della gloria, e tanti altri disordini delle nostre passioni. Non è già, che queste, e tali commozioni dell'anima nostra sieno per se stesse cattive. Noi le facciam divenir tali per l'abuso, che ne facciamo col non conformarle ai dettami della retta ragione. Ma ecco la filosofia suddetta, che vien ad insegnarci di ben regolar la mente e volontà nell'elezione degli oggetti sensibili, e di frenar l'empito delle passioni, facendo servire gli appetiti e le passioni stesse al nostro vero bene: laddove se si lasciano senza briglia, non servono che al nostro male. Questa filosofia ci viene in parte ispirata dalla natura, perché naturalmente riflettendo alle azioni, ravvisiamo per lo più in esse delle deformità, o dell'ordine e della bellezza. Parte l'acquistiamo dall'umano commerzio, massimamente conversando coi saggi e buoni, i quali colle parole o colle azioni virtuose a noi servono di esempio e d'istruzione. Il compimento poi s'impara dai libri, che ex professo trattano così importante argomento. La ragione dataci da Dio, naturalmente ci provede qui di molti lumi, ma assai più ce ne può somministrare un trattato, saggiamente composto di questa materia. Non pochi di questi ne ha dati l'Italia; n'è stata feconda anche la Francia; ed uno ne ho pubblicato anch'io il quale bramerei che riuscisse di qualche utilità al pubblico: ora fate, che l'anima nostra mercé dei documenti di sì riguardevole scienza sia ben imbevuta di quel che conviene o disconviene a noi di operare, e che nella nostra fantasia ella abbia altamente impresse le massime & idee delle azioni belle di onestà e virtù, e le opposte sì deformi del vizio: non potremo già trattenere per questo i fantasmi incitanti ad opere cattive, che non si presentino focosamente davanti alla nostra mente; ma qualora eziandio siamo ben forniti d'idee contrarie, che ci rappresentino il brutto di esse, e il bello delle opere buone: allora è da sperare, che la forza di queste supererà l'impulso dell'altre.


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Della forza della fantasia umana
di Ludovico Antonio Muratori
Editore Pasquali Venezia
1745 pagine 212

   





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