Chi è mal provveduto di queste lodevoli e salutevoli idee, sta in continuo pericolo di operar cose indecenti. Nulladimeno perché niuno ci è, che non abbia per l'interno dettame della ragione, e per la pratica del mondo, una general sufficiente cognizione del bene e male morale, regolarmente perciò niuno va esente da colpa, allorché lascia il primo ed abbraccia il secondo. All'incontro ognun vede, che vantaggio abbia nei combattimenti della cattiva concupiscenza contro la ragione, chi ha imparate dalla sana filosofia le massime del retto operare, ed ha ben conficcate queste nobili idee nel cerebro suo. Svegliandosi queste (ed è obbligato ognuno a svegliarle al bisogno, e a ben considerarle) un potente ajuto si presta alla mente, per dirigere la risoluzion della volontà, mostrandole, essere conveniente alla ragione l'anteporre ciò ch'è ordinato; a quello che è disordinato; e che l'utilità, o la dilettazione, che può venire da una viziosa azione, dee credere all'utile e diletto, che risulta da un'azione virtuosa: giacché siccome abbiam detto più volte, i vizj e peccati si tirano dietro il danno, il dolore, il pentimento, laddove le opere di virtù sogliono produrre una stabile dilettazione ed utilità.
Tuttavia quantunque sia vero, che possono sommamente influire i lumi della moral filosofia a rettificar le nostre idee, o a reprimere gl'impulsi pericolosi delle idee delle cose sensibili; pure convien aggiungere, non bastar essi a rendere compiutamente saggi e buoni i mortali. Truovasi nella storia della gentilità filosofi, ed altri chiari personaggi ben addottrinati nella scuola filosofica, a i quali non mancarono molte virtù umane, e che con lodevoli opere segnalarono la vita loro.
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