Così chi è cresciuto in età, agevolmente intende il diletto o l'utilità, che può risultare da certe azioni spettanti al tatto, dal posseder molta roba, dal comandare ad altri, e così discorrendo. L'uso ancor della vita ci fa del pari assai esperti a distinguere in tanti oggetti ciò, che è ingrato o nocivo. Non è già a noi così facile il discernere il bene onesto, cioè qual bene o utile o dilettevole convenga alla retta ragione, perché questo, siccome puramente intellettuale, esige raziocinio e speculazione: al qual mestiere molti son disadatti, alcuni quasi impotenti, ed altri per loro negligenza non li vogliono applicare, per non iscomodar la quiete del loro intelletto. Non è dunque da stupire, se noi facilmente corriamo ad eleggere quegli oggetti, che al primo aspetto ci promettono utilità o dilettazione, senza punto riflettere, se sia conforme alla ragione cotale elezione, e senza considerare le perniciose conseguenze, che ordinariamente tengono dietro alle azioni illecite. Colpa del nostro intelletto, che non fa il suo dovere, è quella biasimevol elezione, e non già della fantasia, la quale secondo le leggi della natura opera, anche quando ci rappresenta oggetti ed azioni riprovate dalle leggi della morale cristiana, ed anche della filosofia. A questo disordine massimamente son soggetti i giovani, perché in essi grande l'energia dell'immaginativa, feroci gli spiriti animali del corpo, e debole all'incontro la ragione, siccome gente mal provveduta di lumi, di sperienza, di freni.
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