Finalmente se a costoro fosse proposto, non dirò un eguale, ma anche un molto minor bene presente e facile a conseguirsi, lascerebbono tosto andare il lontano per attenersi al vicino. Ora molte delle idee puramente intellettuali ci rappresentano oggetti, che a noi sembrano assaissimi lungi da noi, e perciò non producono nell'anima nostra quella commozion, che viene dalla presenza delle cose. Ci può egli essere più efficace freno contro le tentazioni cioè contro gl'impulsi della nostra fantasia incitanti al male, che la memoria di quei, che appelliamo i novissimi dell'uomo? Pur questi per l'ordinario non fanno quell'impressione e frutto, che dovrebbono. Non per altro, se non perché l'inferno e il paradiso ce li figuriam lontani le migliaia di miglia; e noi sogliam lusingarci, che fra noi e la morte e il giudizio di Dio avrà a passare una ben lunga fila di anni. Nella stessa guisa perché l'utilità o il diletto proveniente da qualche rea azione è presente, ci solletica all'elezion di essa, né basta ad impedirla l'apprension de' mali, danni e che ne possono nascere, perché lontani. E tanto più siamo spinti ad abbracciare il bene presente, allorché abbiamo, o ci figuriamo di aver anche maniera di schivare i mali lontani, o di non perdere i beni, che l'anima mira in lontananza, cioè riserbati all'altra vita.
Per terza cagione del forte impulso degli oggetti sensibili, si ha da considerare l'ordinaria moltiplicazione degli atti, per gli quali diventano sempre più vivaci nella nostra fantasia le loro idee, e la maggior forza della consuetudine per commuovere l'anima alle passioni e agli appetiti.
| |
Dio
|