Ed infatti si dice in proverbio:
La novella nun è bella,
Se sopra nun ci si rappella(3)
che significa, esporla con intarsi più o men bene commessi, giusta l'ingegno e la facondia del narratore.
Non credetti opportuno infarcire il libro di riscontri ed annotazioni: oltreché sarebbe riuscito di troppo voluminoso, in fondo non avrei fatto che ripetere, su per giù, il lavoro del PITRÈ e dell'IMBRIANI, poco o nulla segnalando di nuovo. È per questo che neanche mi curai di una distribuzione sistematica delle Novelle Montalesi, molte delle quali avrebbero a riguardarsi sol come varianti di un testo primitivo. Resta tuttavia a ricercarsi qual è poi veramente il testo primitivo; il che appurerà, se ne viene a capo, chi s'appresti ad uno studio sopra la Novellistica Popolare, riducendo i numerosissimi racconti forse forse a una cinquantina tra loro diversi.
[VII] Le Novelle Montalesi io le ebbi dalla bocca del popolo: ma sono esse di popolare invenzione? Sospetto che un coscenzioso esame della Novellistica Popolare voglia recare alla identica conclusione, a cui vennero separatamente il RUBIERI E. e il D'ANCONA A. nelle loro ricerche intorno alla Poesia Popolare Italiana. A cagione di esempio si hanno come poemetti in rima Fanta Ghirò, Fiorindo e Chiara Stella, Uliva; sull'Andreuccio da Perugia di G. BOCCACCI(4) è poco men che calcato il nostro Paolino da Perugia; nel Paradiso Terrestre v'è una reminiscenza del mito di Psiche:(5) più fatti si possono riscontrare nelle Novelle Arabe, nelle Novelle Persiane, ne' Romanzi e Poemi Cavallereschi e nelle Leggende de' Santi.
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