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      Quando i contadini furno lì a petto del Re, lui gli stiede a sentire un bel pezzo in tutte le su' ragioni, e finalmente sentenziò, che quel del carro era il padrone vero e legittimo del redo nato.
      Il contadino della vacca nun si poteva capacitare, che il Re avessi data una sentenzia tanto ingiusta; ma nun ci fu versi di rimutarla, perché il Re gli disse, che comandava lui, e che la su' parola era sacra per ugni persona, e che bisognava ubbidire. Sicché quel poero disgraziato dovette nuscir di lì, e per la via si sbatteva la testa con le mane e se le ficcava dientro a' capelli.
      A quel modo confuso lo vedde l'oste e gli diede per consiglio di sentire il parere della Regina, ché forse lei un rimedio l'arebbe anco trovo. Difatto il contadino 'gli andette dalla Regina e con le lagrime agli occhi gli raccontò la su [22] disgrazia.
      Dice la Regina:
      - Il mi' consiglio è questo. Andate in nel giardino reale; c'è un lago: provatevi a votarlo con una mestola bucata. Al passeggio il Re si fermerà a guardarvi, e poi lui vi domanderà, che mestieri vo' fate. Allora vo' gli avete a rispondere, che fate il mestieri di votare il lago con una mestola bucata, perché e' vi pare più facile di quel che un carro figli un redo.
      Il contadino subbito diede retta alla Regina, e quando il Re in nel passare di lì e' lo vedde occupato a quel lavoro strano, gli disse:
      - O galantomo! e qui che ci fate voi? Che mestieri 'gli è il vostro?
      Risponde il contadino:
      - I' vo' votare questo lago con questa mestola bucata.
      Dice il Re:


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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