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      Detto fatto, vestirno la Giovanna da signora, ed apparse più bella in que' panni.
      Di lì a un po' Giovanna si messe a pensare che tutti la credevano una signora per il su' vestuario, ma che in fondo lei era un'ignorante, che nun sapeva nemmanco la Santa Croce; e però volse imparare a leggere e a scrivere, e gli assegnorno de' maestri a istruirla, e con la 'struzione la su' mente si schiarì tanto, [28] che nella corte ognuno cercava la su' compagnia: il Re poi la tieneva come figliola e la Principessa quasimente come sorella.
      A dispetto delle premurie che avevan per Giovanna e della vita scelta che menava nel palazzo, lei però ragazza avvezza alla su' libertà di campagna spesso la s'annoiava per le cirimonie della corte e la si sentiva oppressa di rimaner serrata tra le mura d'un palazzo e d'una città; e però disse un giorno alla Principessa:
      - E che si fa egli noi qui serrate dalla mattina alla sera e sempre in sul medesimo tenore di vita? È vero che nun ci manca nulla. Pure se no' s'andesse via un po' a gironi per il mondo a divertirsi, a vedere de' loghi e delle persone nove, oh! la serebbe la gran bella cosa!
      Dice la Principessa:
      - Tu sie' matta, Giovanna! Il Re, i' ne son quasi sicura, il permesso d'andar sola con teco a girar per il mondo e' nun me lo darà mai. Ti par egli? E la gente nun istarebbe mica zitta.
      Arrisponde Giovanna:
      - Che! vo' vi sgomentate proprio di nulla. Ecco la mi' proposta. Si sceglie altre dieci ragazze, tutte belle; si vestano in nel medesimo modo di noi due; e accosì si viaggia.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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