E siccome Giovanna era con la paura che il Re almanaccasse qualche vendetta per rifarsi delle burle, lei prese con seco dodici bottiglie di vino scelto di quello del Regno della Principessa, e, doppo averle per bene alloppiate, pensò di darle a bere a' convitati e addormirgli [32] tutti quanti.
Infrattanto mandorno un messo con una lettera al babbo della Principessa, e in capo a pochi giorni lui tornò con le su' brave bottiglie del vino.
Quando viense il giorno del convito, la Principessa, Giovanna e l'altre dieci ragazze si vestirno tutte a un modo e con gran lusso, e poi si fecian menare alla corte, addove il Re le aspettava assieme a undici giovanotti, trascelti tra i meglio signori della città. Complimenti e inchini nun mancorno, e da ultimo si siedettero a mensa coppia per coppia. Giovanna era col Re; ma abbeneché lei parlasse più con lui, occupava ugni sempre tutta la brigata co' su' scherzi e colle su' novelle divertenti.
Arrivi alle frutte, il Re e que' giovanotti gli avevano un po' alzato il gomito, e cominciorno a discorrere alla libbera e a nazzicare con le mane; sicché Giovanna, nella temenza di qualche brutto tiro, ordinò subbito che i servitori portasseno in tavola le dodici bottiglie alloppiate; e poi ritta in piedi disse:
- Signori, questo vino e' viene di paesi lontani; nusce dalle cantine del Re mio bon padrone e babbo della Principessa. Se vo' siete cavaglieri gagliardi e garbati, e' vi disfido a votarne una per uno alla nostra salute.
Nun ci stiedano a riplicar sopra, e le bottiglie si trovorno vote in un fiato: ma di lì a un po', tanto il Re che i su' giovani cominciorno a richinare, e finirne con appiopparsi come ghiri in sulle su' poltrone.
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