Disperata si messe a correre in verso casa sua, e per istrada 'gli urlava da lontano:
Mamma, dondò,
Mamma, dondò,
La coda dell'asino mi s'attaccò.
Infrattanto la Caterina, ugni sempre più bella da quel giorno che era stata a visitare le Fate, fu vista dal figliolo del Re, che se ne innamorò tanto forte da ubbligare il Re su' padre a acconsentirgli che lui la pigliassi per su' moglie. Le nozze viensano stabilite, e la madre e la Bratta nun ebban l'ardimento di opporsi alla volontà reale; pure almanaccorno d'ingannarlo a bono, in nella speranza di rinuscire. Oh! sentite quel che feciano queste du' sciaurate birbone.
Il giorno dello sposalizio la Caterina la calorno in un tino serrato che steva giù in cantina, e co' su' vestiti e le su' gioie la Brutta s'accomidò da sposa, e la mamma gli radette la coda d'in sulla fronte e poi gli ravvolse il capo con un velo fitto fitto; sicché quando il figliolo del Re viense col corteo a pigliare la Caterina, la vecchia gli disse:
- Eccovela qui bell'e ammannita per la cirimonia, - e gli presentò la Brutta.
Il figliolo del Re steva lì per porgere la mano [42] a quella strega trasficurita, concredendola che fussi propio la Caterina; ma tutt'a un tratto gli parse di sentire de' rammarichii sotto terra in fondo della casa. Arrizza gli orecchi a quel lamentìo, comanda che ognuno tienga la bocca serrata e nun parli, e s'accorge che qualcuno cantava con voce piagnolente:
Mau maurino!
La Bella è nel tino,
La Brutta è 'n carrozzaE 'l Re se la porta.
Il figliolo del Re allora s'insospettì, e volse che si cavassi 'l velo di capo alla sposa per vederla meglio, e subbito scoprì l'inganno; perché alla Brutta la coda gli era di già ricresciuta un bon po' e da tappargli gli occhi.
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