Di certo, questo mazzo di chiavi serve per aprire i quartieri. Gnamo, e niente paura.
Si rizzano e vanno a girare dappertutto; ma dappertutto trovorno il medesimo deserto; ugni cosa solingola; nun sapevano propio quel che si pensare in nel vedere quelle stanze accomodate alla ricca, con mobiglie e tappeti di gran lusso, e l'oro e te pietre preziose luccicavano a monti.
'Gli eran quasimente scoraggiti di scoprire i padroni in qualche cantuccio, sicché si voltorno addietro per ritornare nella sala; quando al Re gli parse di vedere una porticina mezzo niscosta, e andato in verso quella il servitore col lume, il Re ci provò diverse chiavi nella toppa, e finalmente con una gli rinuscì aprirla.
Questa porticina deva entrata a un seguito di dimolte stanze, anco quelle messe alla splendida, e in fondo c'era un salone smenso; ma rimaseno di sasso il Re e il servitore, e impauriti a bono, perché lì in que' mezzi ci veddano ritto un catafalco con de' ceri accesi all'intorno e sopra sdraiata una donna morta.
Quando lo stupore gli fu passato, il Re s'accostò al catafalco e [51] poco ci corse che nun s'isvienissi ricognoscendo in quella donna morta la Bell'Ostessina; sicché si diede a disperarsi e il servitore badava a tirarlo via da quello spettacolo.
Ma prima il Re volse pigliare un ricordo della su' ragazza, e però adagio adagio gli cavò di dito un anello con una pietra preziosa in vetta, e in nel cavarglielo gli parse di sentire che la morta aveva smosso la mano.
Guà, dal terrore al Re gli s'addrizzorno i capelli in sul capo!
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Bell'Ostessina
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