Lui però era stato furbo in nel fare quelle domande.
E poi dice al Re la Principessa:
- Che vole, caro babbo? Oramai nun c'è più rimedio; quel che è stato è stato, e insomma questo giovane 'gli è di certo il mi' legittimo marito. Dunque, che lei ci perdoni a tutti e dua, perché no' siemo innamorati e nun ci si pole separare a nissun patto.
Guà, il Re lo vedde bene che una toppa insenza scandolo e barbarietà nun c'era da mettercela, e pensò meglio di perdonare a que' dua, e che lo sposalizio si facessi con dimolte feste e lussuose, e corressan anco le giostre.
Doppo il ragazzotto, diventato genero del Re, campò tanto assieme con la Principessa, che poi alla morte del socero fu erede di tutto quanto il Regno, e accosì da pastore gli toccò la sorte di acculattarsi 'n un trono reale per la su' vita intiera.
NOVELLA VIII
* Il Mago dalle Sette Teste
(Raccontata dalla ragazza Elena Becherini)
C'era una volta un omo pescatore, che aveva una moglie soda; nun gli faceva punti figlioli, abbeneché maritata da dimolto tempo.
Un bel giorno il pescatore con le su' reti se n'andiede a pescare nel lago vicino, e gli rinuscì d'acchiappare un pescio di gran bellezza e grossezza, che a mala pena messo fora dell'acqua principiò frincando a suppricare il pescatore, che lui si contentassi di lassarlo andar via, e in concambio gli prometteva d'insegnargli uno stagno lì in que' dintorni, addove arebbe possuto in un mumento fare una pescagione ricca.
Il pescatore, in nel sentir parlare un pescio, s'impaurì a bono, e gli parse un gran miracolo, sicché senza manco pensarci su diede passo libbero all'animale, che subbito sparì dientro l'acqua; ma lui, vienuto allo stagno che gli aveva detto il pescio, in due o tre retate, de' pesci ne chiappò una quantità smensa, e carico più d'un ciuco se n'andette a casa con quella preda insolita.
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