Pagina (84/665)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      La su' donna volse sapere quel che mai 'gli era accaduto al pescatore, che aveva riporto tatto quel pescio; e lui per filo e per segno gli disse ugni cosa. Scrama la donna a quella nova, e 'mbizzita contro il su' marito:
      - Che mammalucco! Tu ti sie' lasso scappare un pescio bello a quel mo'! Bada bene di ricercarlo domani, ch'i' lo vo' qui, e ci vo' ammannire un intingolo squisito da cavarmi la fame per un pezzo.
      Deccoti, il giorno doppo il pescatore ritorna al lago per contentar la su' moglie e butta le reti, e daccapo tira su il [62] pescio che parla: ma anco questa volta lui si fece scommovere dalle suppriche e da' pianti, e al pescio gli diede la via, e poi della pescagione n'ebbe quanta ne volse in nel solito stagno.
      La su' donna però, quando il pescatore viense a casa e gli disse quel che aveva fatto, nuscì da' gangheri, mettiede le mane 'n su' fianchi, e con una faccia malandrina principiò a sbergolare:
      - Bue! Che sie' tu un omo di stoppa? Nun te n'addai che qui sotto gatta ci cova, e che è la fortuna che ti viene 'ncontro e te la spregi? O domani tu mi porti il pescio, o ti nimicherò in sin che campi. Tu ha' 'nteso?
      Pinto e incoraggito dagli sberci della moglie, a bruzzolo il pescatore rideccolo al lago; butta le reti, tira su, e il pescio ce lo ritrova dientro; e senza badare alle su' parole e a' pianti, il pescatore corre diviato a casa e dà vivo quel pescio in nelle mani della moglie; lei lo prese e lo messe subbito in un catino d'acqua fresca. Lì que' dua stevano d'attorno al catino a riguardarlo il pescio e ci facevano de' ragionamenti, e la donna fantasticava cercando qual era il meglio modo di cocerlo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665