Dice, doppo la debita riverenza:
- Signori, son un povero naufragato 'n mare: vorre' un po' di ricovero. Di chi è questo palazzo? C'è egli modo d'albergarci per almanco una notte?
Un di que' sette gli arrispose: Il palazzo è la nostra abitazione, ma nun ci pole stare nissun altro, perché nun ci sono che sette strapuntini per dormire, sette sgabelli per siedere, e il mangiare e bere è appunto per [77] sette persone.
Dice Ferdinando:
- Come loro veggono, i' sono nel caso di sapermi accomidare a ugni cosa. Mi faccian, via, la carità d'albergarmi.
E quello de' sette signori che aveva parlato, gli disse allora:
- Se t'adatti, nentra pure. Ma però a un patto, che qualunque cosa che tu vegga, bada bene di nun domandar di nulla.
Con questo accordo rientrano nel palazzo, e quando fu ora di cena i sette signoroni diedano un zinzino delle loro pietanze a Ferdinando, che siedeva a coccoloni per le terre, nun c'essendo addove mettersi; loro doppo s'accostarno attorno 'l foco, e tutti que' sette ciechi pigliavan la cenere a brancate e se la buttavano 'n capo, urlando:
- Per la nostra sciaura! per la nostra sciaura!
Ferdinando nun potiede stare alle mosse con quello spettacolo e domandò:
- Oh! perché fate voi codesto lavoro?
Ma uno de' ciechi, tutto 'ncattivito, arrispose:
- Curiosaccio! nun ti s'è egli detto, che tu nun domandi di nulla?
Poi andorno a letto, e Ferdinando lo messano su delle foglie secche in uno stanzino.
A giorno, doppo che tutti eran levati e che culizionorno alla meglio, i sette signoroni scesano con Ferdinando a passeggiare nel selvatico.
| |
Ferdinando Ferdinando Ferdinando Ferdinando
|