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      Lì per lì Ferdinando stiede in sul peritoso di aver fatto male, ma oramai la porticina era bell'e aperta, sicché lui nentra dientro e vede una stalla con un cavallino baio, che pareva tutt'allegro della visita. Ferdinando s'accosta, accarezza l'animale in sulla groppa, e l'animale bono; in quel mentre volta l'occhio e sur un trespolo s'accorge che ci steva una briglia, una sella e un frustino; subbito dice fra sé:
      - Oh! che guasto sarà egli s'i' monto a cavallo e vo' a riscontrare le mi' ragazze, che devon orora ricapitar qui?
      Detto fatto; lui sella il cavallino, gli passa la briglia al collo, piglia il frustino e su d'un salto. Ma a male brighe accomido, [80] deccoti un gran fracasso; si spalanca d'un tratto un finestrone propio nel muro, la bestia tira fori du' ale strasmisurate, e via per l'aria a volo con Ferdinando addosso. Tutto 'mpaurito, Ferdinando s'attieneva con le mane alla criniera dell'animale; e quello passa i monti, passa le spiagge, passa il mare, e vienuto finalmente all'isola deserta medesima indove Ferdinando 'gli era naufragato, lo porta addirittura al palazzo de' sette signoroni mezzo ciechi, e lì, tonfete! dà uno scossone, lo strabalza di sella e in nel voltarsi per andarsene con una codata gli cava netto un occhio.
      Agli urli di Ferdinando corsano i sette signoroni, e quando lo veddano a quel mo' concio, un di loro gli disse:
      - Ora tu po' nentrare liberamente. C'è lo strapuntino, c'è lo sgabello, e da mangiare e da bere anco per te. La sera te pure ti scalderai al cammino e buttandoti la cenere in sul capo, ti converrà come noi dire:


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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