Dice:
- Se vo' siete capace di fargli questo regalo, i' vi sposo subbito.
La ragazza gli arrispose di sì, e il giorno doppo Giovanni andette a casa sua, e la ragazza gli consegnò una scatolina serrata con queste parole:
- Decco il regalo; portatelo al Re babbo vostro, e quando gli garbi, i' sono pronta a diventare la vostra sposa.
Sicché Giovanni fece ritorno al palazzo e diede al Re la scatolina.
Dice il Re in nel pigliarla:
- Sta bene. Te infrattanto po' far lo sposalizio e menar qui la tu' moglie. Ma la scatolina è serrata e i' nun l'apro insino a che nun ho in nelle mane anco il regalo d'Antonio per metterlo al paragone.
Per nun l'allungar tanto, insomma, Giovanni sposò quella ragazza del Marchese, e al Re in nel vederla gli garbeggiò assai.
Anco Antonio in que' medesimi tempi camminava per il su' viaggio, ma ci mettiede più giorni di Giovanni.
Un giorno deccoti si ritrova in un bosco folto, che nun c'era né strade né viottoli, e pareva nun avessi ma' fine. Gira di qua, gira di là, viense Antonio a una larga praterìa dibandonata, insenza anima viva e tutt'all'intorno ci stevan ritte statue e figure di cavalli di marmo, e laone 'n fondo ci si vedeva un bellissimo palazzo. Doppo un gran pezzo Antonio arrivò a questo palazzo; picchia e gli apre una scimmia. Subbito saltan fora altre du' scimmie, l'aitano a smontar da cavallo, glielo pigliano e poi lui lo menano su: e dappertutto nun c'erano che scimmie a far de' complimenti alla mutola, e gli devano a capire che comandass'a su' talento.
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