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      Il Re lo pigliò l'anello, ma, tutto addolorato per la morte della su' moglie, lo mettiede in una scatolina dientro 'l cassettone e nun ci ebbe sopra più il pensieri, perché lui propio nun voleva daccapo riammogliarsi.
      La figliola del Re, che alla morte della mamma avrà forse avuto dieci anni, cresceva intanto a vista d'occhio bella e svelta, e la tieneva custodita e in guardia la balia, che da piccina l'aveva rallevata. Quando poi la fu in su i diciassett'anni, un giorno rifrucolando per un vecchio cassettone, trova la scatolina con l'anello che il su' babbo da tanto tempo ci aveva serrato.
      - Bellino, bellino!
      La lo piglia e se lo infilza in dito, e gli andeva tanto, che pareva fatto apposta per lei. Subbito la ragazza tutt'allegra corre da su' padre e scrama:
      - Babbo, babbo! [87] guardate il bell'anellino ch'i' ho trovo! E come mi sta bene.
      Dice il Re:
      - Oh! figliola mia, 'gli è l'anello della tu' poera mamma. E sai, che mi disse quando lei me lo diede? Mi disse, che dovevo pigliare per isposa quella donna di mi' pari, che l'anello gli stéssi bene in dito. Dunque, la mi' cara figliola, bisogna bene che tu sia la mi' sposa.
      La ragazza a quel brutto discorso si sentiede tutta rimiscolare; ma il Re gli cominciò a fare delle carezze e a manifestargli delle parole, non più da padre, ma da amante; sicché la ragazza vergognosa e sbigottita la gli scappò a fatica di tra le mane, e diviata se n'andette dalla balia a raccontargli piagnendo quel che gli era successo.
      Dice la balia:
      - Nun vi sgomentate, figliola mia; ma, nunistante, badate di nun mettervi 'n contrasto con vostro padre.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665