Date retta a me, ch'i' vi consiglierò a bene. Vo' gli avete a promettere di sposarlo, a patto che vi regali un vestito di seta color d'aria e tutto tempestato con le stelle del cielo. Un vestito a questo mo' nun si trova nel mondo, e voi allora nun siete più nell'obbligo di mantenergli la promessa.
Gli garbò quel pensieri alla figliola del Re; sicché dunque va da su' padre e gli fa la richiesta del vestito.
Il Re però nun sapeva come contentarla, perché gli pareva 'mpossibile che ci fuss'una stoffa di quella sorta; a ugni mo' chiama il su' servitore fidato e gli dice:
- Tonino! piglia quattrini, piglia cavalli, piglia quel che tu vòi e vammi a cercare e compralo un vestito di seta colore d'aria e tempestato con le stelle del cielo. Costi quel che costa! alla spesa nun ci abbadare, ma che tu nun torni senza.
Il servitore credette che al su' padrone gli avessi dato di volta 'l cervello; ma nun c'era da ripricare. Monta dunque a cavallo con una borsa piena di munete d'oro, e via a gironi per il mondo alla ventura; ma chiedi di qua, domanda di là, un vestito come lo voleva il Re nun c'era verso che lo trovassi.
Bensì un giorno, dopo se' mesi di viaggio invano, il servitore nentra in una città tutta piena d'Ebrei; subbito lui va in una bottega di pannine e dice al mercante:
- Che ce l'averesti voi una stoffa di seta per un vestito così e così?
Arrisponde l'Ebreo:
- Eh! come se ce l'ho. Ce n'ho anco delle più belle.
Figuratevi l'allegrezza del servitore!
[88] Dunque gli danno la stoffa per venti scudi d'oro, e lui, 'nsenza 'ndugio, si rimette 'n cammino per vienire dal Re.
| |
Ebrei Ebreo
|