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      Arrivato che fu il servitore al palazzo col vestito, il Re mandò a chiamare la figliola. Dice:
      - Deccoti accontentata. Dunque, via, è tempo che si faccia lo sposalizio.
      La ragazza ci mancò poco che nun cascass'in terra a quella novità; e quando la potiede scappar via corse dalla balia a raccontargli del vestito trovato.
      La balia, che di ripieghi nun gliene mancava mai, dice:
      - Non vi sconfondete, figliola mia; a tutto c'è il su' rimedio, fora che alla morte. Vo' dovete dire a vostro padre, che del regalo nun siete contenta, ma che vi ci vole un altro vestito di seta color d'acqua del mare con dientro tanti pesci d'oro che ci notano. Se c'è nel mondo una stoffa a questo mo' e lui ve la regala, promettetegli allora di sposarlo.
      La ragazza si racconsolò, e quando fu alla presenzia di su' padre gli disse chiaro, che lei bramava un altro vestito di quella stoffa pensata dalla balia, e insennonò, lui di sposarla mai se lo cavassi pure dal capo.
      A farla corta, il Re, un po' scontraddetto da que' capricci della su' figliola, diede ordine al solito servitore di mettersi in viaggio, e doppo di molti mesi Tonino riviense a casa col vestito color d'acqua del mare e co' pesci dientro che ci notavano, perché lui l'aveva trovo da quegli Ebrei che gli vendiedano il primo.
      La figliola del Re a vedersi regalo anco quest'altro vestito rimase lì mutola come una statua, e dalla tanta disperazione nun sapeva più in che mondo si fusse. Va dunque dalla balia e gli racconta la disgrazia.
      Dice la balia:
      - Sentite, cara figliola, nun siete per anco al perso e se ne proverà un'altra, e se la nun rinusce a bene, allora si penserà a un rimedio.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





Tonino Ebrei