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      Rimasano tutt'incantati a quella vista.
      Il figliolo del Re gli corse subbito incontro, la prese a braccetto e si mettiede a ballare con lei, e la divorava proprio con gli occhi. Lui voleva sapere a ugni mo' come la si chiamava, chi era e da che paese vieniva; ma lei nun gli volse dire altro:
      - I' sono di Batti-paletta in sulle ginocchia.
      Il figliolo del Re nun si poteva raccapezzare, perché un paese con quel nome redicolo nun [91] l'aveva mai sentuto dire: ma per mostrargli gradimento della su' presenzia la pregò che lei accettassi, come per ricordo, uno spillo d'oro, che lei subbito si ficcò dientro alle trecce.
      Infrattanto sonava la mezzanotte e il figliolo del Re sentì 'l bisogno di rinfrescarsi: s'alza dunque da siedere d'in su 'l canapè e s'allontana per un po'; ma quando riviense 'ndietro, la dama era bell'e ita via, che nissuno se n'accorgette, e nun ci fu verso di sapere da che parte la fusse scomparita.
      La mattina doppo il figliolo del Re, che dalla pena e dall'amore nun era nemmanco andato a letto, va a trovare Zuccaccia.
      - O Zuccaccia mia! che bella dama ieri a sera viense alla mi' festa da ballo! E come vestita! Me ne sono 'nnamorato, sai?
      Dice Zuccaccia:
      - Oh! bene, ci ho propio gusto. E chi era questa bella dama? Che nome 'gli aveva? Di che paese?
      Scrama il figliolo del Re:
      - Ohi! Qui 'gli è appunto la mi' disperazione. Nun m'ha volsuto dir altro che 'l su' paese si chiama Batti-paletta in sulle ginocchia. Poi 'gli è sparita e nun si sa da che parte.
      - Oh! che caso! - dice Zuccaccia.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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