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      - I' vo' sapere chi t'ha dato lo spillo, l'anello e il ritratto che eran dientro le zuppettine?
      Arrisponde Zuccaccia:
      - Guà, i' gli ho avuti in regalo dalle su' propie mani quando si ballava assieme.
      - Come? - scrama il figliolo del Re.
      Insomma si viense alle spiegazioni, e Zuccaccia gli raccontò tutta la su' storia, e poi, buttato via quel vestitaccio di zucca secca, gli comparì tale e quale lei era.
      Vi potete figurare l'allegrìa e il contento del figliolo del Re per quella scoperta! Insenza tanti discorsi piglia per le mane la ragazza e la mena dalla su' mamma, e lì gli dice:
      - Deccola qui chi m'ha guarito, e ora ha da essere la mi' sposa.
      Si preparò dunque ugni cosa per le nozze e invitorno tutti i Principi anco di lontano, e ci viense pure il babbo della sposa; ma lui nun la ricognobbe che era la su' figliola.
      Quando gli erano a tavola, dice la sposa a su' padre:
      - E lei è solo? Nun ha punti figlioli?
      Arrisponde il Re:
      - I' l'avevo una figliola, ma la scappò di casa e nun c'è stato verso di ritrovarla più.
      Dice la sposa:
      - Poera ragazza! Lei aveva anco mille ragioni per nun istare con seco, perché lei voleva che la commettess'un gran peccato. Bisognava che addiventassi la moglie del su' babbo!
      Scrama il Re pieno di stupore:
      - Oh! come lei sa tutte queste cose?
      - I' le so pur troppo, - gli arrispose, - perch'i' sono appunto la su' figliola che scappò via con la balia. Nun mi' ricognosce? Guardi, decco l'anello della mamma.
      Insomma il babbo la ricognobbe la su' figliola e gli chiese perdono del su' mancamento, sicché feciano le paci e tornorno tutti d'amore e d'accordo, e accosì la novella è finita.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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