Gli dice una volta il Re:
- Oh! che fai? Se t'annoi fammelo assapere.
Arrisponde Bell'-e-fatta:
- Bene sto, Maestà, ma nun mi spasso punto, ché a casa ero avvezza a fare il nastro.
Il Re comandò che subbito gli portassino un telaio, e la ragazza si divertiva a intessere il nastro.
Un giorno deccoti che passano di sotto alla finestra di Bell'-e-fatta un branco di Strolaghi e gli urlavano:
- Chi si vole strolagare?
Bell'-e-fatta a quel bocìo s'affaccia e vede gli Strolaghi, che gli addomandano:
- Vi volete strolagare?
Dice lei:
- Che! nun ci credo a codeste sciocchezze. E poi i' nun ho quattrini da spendere.
Arrisponde uno degli Strolaghi:
- Ma pure, se vi volete strolagare, vi si dirà la fortuna che vi tocca. De' quattrini nun ce ne 'mporta; ci abbasta di regalo la sopraccoperta del vostro letto.
Dice Bell'-e-fatta:
- Mi parete matti! La sopraccoperta del letto me l'ha data il Re e nun è robba mia; e poi 'gli è troppo ricca di trapunti d'oro.
In quel frattempo il Re 'gli era [98] vienuto al finestrino di dientro alla cammera e domandò a Bell'-e-fatta con chi lei parlava; e lei glielo disse degli Strolaghi e quel che loro volevano.
Dice il Re:
- Oh! che vòi! Fatti, fatti strolagare. Delle sopraccoperte ce n'ho tante, che te ne darò subbito un'altra.
Dunque, a persuasione del Re, Bell'-e-fatta si fece strolagare per la sopraccoperta del su' letto, e gli Strolaghi gli dissano:
- Sappiate che voi avete da essere la sposa del Re.
Lei a quella nova si mettiede a ridere, e raccontò al Re il discorso degli Strolaghi; e anco lui rideva, perché gli parevan gente citrulla quegli Strolaghi a pensare che un Re potessi mai sposare la figliola d'un contadino; e sì, scoteva il capo e compativa Bell'-e-fatta per la su' mala spesa.
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