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      Una sera il figliolo del Re si sperse dientro una macchia e nun gli rinusciva trovar la via per nuscirne, e girando alla ventura viense a una casina bianca e ci si vedeva un lume acceso; lui picchia all'uscio con le nocche delle dita.
      - Chi è? - sentiede che gli addomandava una voce di donna.
      - Un poero smarrito, che cerca un po' di ricovero, - arrispose.
      E la voce:
      - Oh! disgraziato. Questa 'gli è la casa dell'Orco, e se vi trova vi mangia in du' bocconi. Fuggite, fuggite.
      Dice il Principe:
      - Che volete ch'i' fugga, se nun so dov'andare? Apritemi 'nvece. O che stia fori o che stia dientro, tanto il pericolo è il medesimo. Sarà meglio che vo' mi rimpiattate in qualche logo della casa.
      Allora l'uscio fu aperto, e lui vedde una donna attempatotta con du' zanne di qua e di là dalla bocca.
      Dice lei:
      - E' sono la moglie dell'Orco; ma io del male nun ne fo a nissuno: ma se capita tra un po' il mi' marito e che abbia fame, anco a rimpiattarvi, lui vi trova dappertutto e vi mangia in men che nun si dice. Oh! che girate voi da queste parti?
      Dice il Principe:
      - Mi sono smarrito e vo a cercare le Tre Melangole d'Amore, e insenza di quelle nun posso aver pace nel mondo.
      - Eh! - scrama l'Orchessa.
      - Per codesto fatto nun saresti capitato male, perché dall'Orco gliel'ho sentute rammentare le Melangole, e lui lo sa addove sono. Ma i' nun vi fo salvo da su' denti.
      Dice il Principe:
      - Sarà quel che sarà. I' vo 'n cerca delle Melangole, e se l'Orco sa addove sono, i' nun posso partire insenza prima che lui me lo dica.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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