E la donna:
- Noe: e' m'ha regalo una bella granata nova, e da voi nun c'era stato ma' verso di farmela comperare.
La Fata daccapo:
- Oh! te del pozzo, affogalo.
E quella:
- Ma che vi par egli? Doppo che lui m'ha dato una bella fune e i' tiro su l'acqua insenza fatica.
Urla la Fata:
- Ciabattino, via, cavagli gli occhi.
E il ciabattino:
- Se nun m'avessi porto come lavorare a modo.
La Fata mezzo disperata bocia più forte:
- Cani, almanco voi ubbidite. Mangiatemelo vivo.
Dicono i cani:
- Che! Si moriva di fame con voi, e lui ci ha porto 'l pane. Nun si vole mangiarlo.
Accosì al Principe gli rinuscì scansare tutti i pericoli, e con la scatola sotto 'l braccio arrivò al piè della montagna.
[116] Il Principe stracco si mettiede a siedere sur un sasso, e moriva di voglia di vedere le Melangole d'Amore come le fussano. Apre dunque la scatola, ne tira fora una e la squarcia, e ne nasce una bellissima ragazza tutta 'gnuda, che comincia a gridare:
- Acqua, acqua!
Dice il Principe:
- Qui dell'acqua non ce n'ho.
- Allora torno dalla mi' Fata, - quella gli arrispose, e insenz'altro sparisce.
Il Principe rimase male, e tutto dispiacente riserra la cassetta e ripiglia il su' viaggio.
Doppo un pezzo il Principe 'gli arriva in fondo a un prato con l'idea di riposarsi.
Dice:
- Ne vo' vedere un'altra di queste Melangole.
La piglia e l'apre, e anco da quella vien fora un'altra bellissima ragazza tutta 'gnuda che gridava:
- Acqua, acqua!
Ma l'acqua nun c'era, sicché lei pure disse:
- I' torno dunque dalla mi' Fata, - e in un battibaleno non si rivedde più.
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