Insenza pensarci su più che tanto, vanno dalla Mora e gli presentano la sposa.
Dice il Principe:
- Deccovi la tortola arrosto!
La Mora a quella vista e a quelle parole saltò giù da letto, che nun aveva più male, e tremava come una foglia al vento.
Dice il Principe:
- Nun aver paura, ché, abbeneché tu ti meriti anco la morte, nun ti farò niente di male. Ma va' via subbito dal mi' palazzo, e che te nun sia ardita di rimetterci ma' più i piedi.
Accosì la Mora se n'andiede svergognata, e gli sposi rimasano a godersela tutta la vita, perché il Principe ebbe sempre pace doppo aver trovo le Tre Melangole d'Amore.
NOVELLA XV
* Grisèlda
(Raccontata da Ferdinando Giovannini sarto)
Un contadino 'gli aveva una figliola per nome Grisèlda. Una mattina questo contadino s'alza, attacca i bovi all'aratolo e va al campo per insolcare, e 'n quel mentre che lui insolcava, inciampa col gomero in qualche cosa di sodo, sicché lui ferma i bovi e s'acchina giù per guardare, e ti vede che ha cozzato in un mortaio di marmo bianco, ma bello, una maraviglia insomma.
Scrama:
- Bello!
E doppo averlo per bene tutto ripulito dalla terra, dice 'ntra di sé:
- Quest'è propio robba da Re. I' lo vo' portare al Re in regalo.
Dunque torna allora diviato a casa, e doppo messo i bovi in nella stalla, chiama la figliola e gli dice:
- Ve' tu quel ch'i' ho trovo nel mi' campo! Nun ti par egli una maraviglia? I' ho fatto pensieri di portarlo 'n regalo al Re. Che ne di' tu?
Arrisponde Grisèlda:
- Sicuro, che 'gli è una bella cosa. Ma s'i' fussi in voi al Re nun glielo porterei.
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