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      Le sorelle però, a que' discorsi, si mettiedano in capo che gli accadessi una disgrazia e con una scusa gli portorno via l'anello, e nun glielo volsano rendere altro che in sulla fine degli otto giorni, quando la pietra se n'era tutta quanta annerita.
      A quello spettacolo la Bellindia si [133] sentiede mancare, e la mattina doppo volse andarsene via in tutti i modi; e le sorelle gli eran tutte allegre a vederla disperata, perché loro credevano che il Mago gli fusse morto insenz'altro, e accosì finito il bene stare.
      Quando la Bellindia arrivò al palazzo, né a desinare né a cena il Mago nun lo vedde; sicché dunque lei si diede a ricercarlo dappertutto, e gira di qua, gira di là, lo trova finalmente in nel giardino disteso lungo sotto il capanno delle rose, che pareva morto. La Bellindia disperata gli si butta addosso, e lì a abbracciarlo, a baciarlo piagnendo, e si lamentava che per la su' colpa a lui gli era successa quella disgrazia. Diceva:
      - Ora nun c'è più bene per me! Poero il mi' amante! Se tu fussi vivo, i' ti sposerei subbito per farti contento.
      A queste parole il Mago si rizzò su rinviolito, che nun aveva altro, e di Mago brutto e terribile, diviense a un tratto un bellissimo giovane.
      Dice:
      - Grazie, Bellindia mia. Sappi ch'i' sono un figliolo di Re e fui 'ncantato da una Fata, sicché nun potevo ripigliare la mi' ficura insin a tanto nun trovavo una ragazza che m'avessi detto di sposarmi a quel modo brutto siccome i' ero. Adesso dunque tu sarai la mi' sposa e Regina con meco.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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