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      La Maria a quella vista mandò uno strido, e preso quell'altro bambino 'n braccio, si mettiede a rincorrire la bestia, e abbenché nun la potessi arrivare mai, in ugni mo' gli steva sempre dimolto vicina; sicché cammina cammina traversorno una folta macchia e salirno un colle, addove sopra e al di là d'un rio c'era una casetta con dinanzi un ponticello per andarci.
      L'orsa, arriva che fu all'uscio di quel dificio, posò il bambino in sulla soglia sano e salvo insenza nemmanco una scorticatura, e poi sparì tramezzo la boscaglia.
      Lassamo dunque per ora la Maria in questo logo che gli avea insegno l'orsa, si pole anco credere quasimente per miracolo, e arritorniamo al misero principe Alessandro, che in quel tempo steva sempre nell'Ungherìa; ma infine la pace la concluderno col nemico, sicché con le su' truppe lui arritornò doppo parecchi mesi alla città di Parigi.
      A male brighe dientro le porte rimanette però male in nel vedere tulle le case parate a lutto e la Corte vestiva di bruno, e si diede a credere che fussi morto qualcuno della famiglia reale; in ugni mo' gli parse [156] d'esser consolato quando gli viensano incontro su' padre e su' madre, abbeneché pur loro con indosso i panni neri.
      Scendé dunque Alessandro da cavallo e salito che fu nel palazzo, subbito domanda quel che mai è successo, e voleva sapere come stevano la moglie e i figlioli.
      Dice il Re:
      - Questo dipende da quello che t'ha' comandato e che te ci ha' fatto fare contro la voglia di noi e del popolo.
      Scrama Alessandro:
      - Che intendete vo' di dire?


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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