Dice l'Orco:
- Quest'èn il patto. Piglia pure del prezzemolo nel mi' orto, quanto ti ce ne vole per mantiener la tu' moglie. Lei col prezzemolo fresco accosì parturirà una bella creatura fresca. Ma quando lei averà [168] parturito, io la creatura la vo' mezza per me, che m'ha da servire per culizione.
- Guà! sia fatto il piacer vostro, - arrispose insenza pensarci il contadino, e poi, pienato il sacchetto col prezzemolo, più morto che vivo, reggendosi a mala pena in sulle gambe, ritornò alla su' casa.
La moglie, quando lo vedde a quel modo sficurito, s'insospettì a bono, e volse sapere quel che gli era intravvienuto; e lui gli disse tutte le su' disgrazie che gli eran tocche. Scrama la donna:
- Oh! sciaurato quel che tu ha 'mpromesso! Dunque la creatura bisognerà squartarla in du' pezzi?
E il contadino:
- Cattadeddina! I' volevo vedere, se te fussi stata lì e t'avessin volsuto stiaffare dientro a un caldaja per poi mangiarti lessa, quel che averessi tu fatto. Quand'e' siemo lontano da' pericoli én anco facile fare il brao; ma lì 'n que' ferri, anco e' brai s'attutano. 'Gnamo, via! nun si pensi tanto a male. Quando alle cose c'è del tempo, e' si pole anco mutar la fortuna.
La donna a quel discorso si chetò; e poi nun c'era rimedio; e allora delibberorno di tirare 'nnanzi insenza isgomentarsi, sicché tutt'i giorni il garzone andeva dall'Orco a pigliare il prezzemolo fresco e la su' donna ingrossava accosì a vista d'occhio vispola e forzuta.
- Eh! il tempo 'gli è galantomo! - dicevan que' dua a ugni po' po', con questo istando sulla speranza che tutto gli avess'a ire a bene.
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Orco Gnamo Orco
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