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      - Comandi!
      Oh! tu sie' sempre tei La tu'virtù non l'ha'spersa. Tanto meglio! - disse Menichino, - e dell'avvertenza i' saprò profittarne. Se c'è stato dello 'nganno, i' vierrò a capo di scoprirlo.
      In questo tempo successe che il Re di Spagna mandò un bando da per tutti i paesi, che lui aveva una figliola unica da maritare, e chi la voleva bisognava che vincessi alla giostra per tre giorni di fila. Dunque mandava 'nvito a' più bravi cavaglieri d'ugni parte, che vienissen pure alla su' Corte a combattere sul campo, e il vincitore per via dello sposalizio sarebbe divento anco l'erede di tutto il regno.
      Menichino in nel sentire questo bando lui pure pensò subbito d'andarsene in Spagna e vedere [188] se gli rinusciva la vittoria, e accosì essere trascelto a Principe della Corona e erede di Sua Maestà.
      Picchia la verga con quest'idea e fa comparire cavalli, scudieri, armi splendenti e un traino da gran signore, e doppo lassato a su' parenti munete e robbe da camparci per dimolti mesi 'nsenza mancamento di nulla, se ne partiede e in pochi giorni 'gli arrivò alla città del Re di Spagna; ma nun volse che lo cognoscessano, e albergò in una locanda remota, e là aspettava che fusse aperta la giostra.
      Deccoti finalmente che il giorno della giostra viense, e la gente s'affollava nello 'impalancato per godersi questo bello spettacolo. C'erano in sulle scalinate signore e signori di tutte le sorte, e dientro un dificio ricoperto col baldacchino di tela d'oro e di velluto ci si vedevano il Re con la Principessa e co' più gran Baroni del Regno, chi sieduto e chi 'n piedi a ragionare de' loro 'nteressi.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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