La mi' figliola nun ène contenta, i Baroni barbottano, il popolo chi sa come la 'ntende, sicché voi sarete un Principe mal accolto e mal trattato, e sempre 'n mezzo a letigi e ribillioni. I' vi propongo uno scambio di premio, se vi garba lassare 'n libertà la mi' figliola.
- Sì, l'accordo volenchieri, - disse Menichino, - a patto nunistante ch'i' nun ci rimetta nello 'nteresso.
Dice il Re:
- La mi' idea sarebbe dunque di darvi in scambio della mi' figliola una pensione di mille lire all'anno 'nsino a che vo' campate.
- Sta bene!
Menichino gli arrispose, e doppo che gli ebban consegno una bona ubbligazione scritta per man di notaio, se n'andiede via e arritornò a Milano.
A casa sua, quando lo riveddano e gli disse tutte le su' intraprese, Menichino l'accolsano con allegrezza, salvo il fratello maggiore, che la rabbia e l'aschero non gli eran per anco nusciti dal core, ma pur troppo cresciuti a dismisura, e si sconfondeva ogni dì a scoprire da che parte Menichino tirava la su' sorte, e qualche volta gli deva delle botte a traverso, e gli faceva de' dispetti.
Infrattanto il vecchio mercante s'ammalò, e sentuto di dover morire, diede i su' consigli a' figlioli, e più di tutto s'arracomandò al più grande, che lui volessi bene a Menichino e lo rispettassi come quello che aveva tra le mane la fortuna della famiglia; poi, doppo poco, rendé l'anima a Dio, lassando la moglie vedova e que' da' fratelli assieme.
Menichino per isvagar su' madre 'gli aveva nell'idea di mettersi 'n [191] viaggio a vedere il mondo; ma 'l fratello maggiore, che nun gli garbava d'essere ubbligato a Menichino del divertimento e della spesa, arzigogolò tanti protesti e tante scuse, sicché il viaggio 'gli andette in fumo; piuttosto macchinava nella su' testa di levarsi d'attorno quella puce, e diventare accosì il padrone spotico del palazzo e di tutto.
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