Poi doppo mandò il servitore che gli menassi la sorella mezzana, e anco lei fu ubbligata a rifargli quel discorso sentuto, e il Re la contentò col dargli il vinaio di Corte per marito.
Finalmente si viense alla più piccina delle tre sorelle. Bisognava vederla, genti mia! come 'gli era bella e garbosina, con gli occhi neri e co' su' capelli neri! E più anco, dalla vergogna 'gli era diventa tutta rossa rossa in nel viso.
- State vispola, - gli disse il Re: - e nun abbiate sospetto. I' vo' soltanto che mi ridite da voi le parole che v'ènno nuscite di bocca a udita del mi' servitore. Via, su, dite pure alla libbera.
Lei proprio nun sapeva d'addove cominciare; ma poi, fa' e rifai, di' e ridii, si diede un animo e pian pianino la disse:
- Maestà! 'gli era per chiasso, per ragionare di qualcosa, insenza un malo pensiero al mondo. Guà! i' dissi, che, se il Re mi pigliava per su' legittima sposa, i' gli are' partorito tutti assieme du' bambini con la collana d'oro al collo, e una bambina con una stella risplendente in sulla testa.
- E vo' saresti bona a mantiener la 'mprumessa?
- Di sicuro, Maestà, ch'i' mi credo capace di mantienerla la mi' 'mprumessa.
Allora il Re, che a sentirla parlare se ne' era 'nnamorato, gli disse:
- Vi piglio 'n parola e vo' sarete la mi' legittima sposa e Regina in sul trono.
Sicché dunque, doppo averla fatta 'struire con una bona aducazione, seguirno le nozze reali con grandi allegrie per tutto il Regno, e le sorelle della Regina il Re gliele mettiede a servirla 'n Corte per su' propria compagnia.
| |
Corte Maestà Regina Regno Regina Corte
|