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      Ma loro però nun ci s'adattavano a esser da meno, e l'astiavano la Regina con un rodimento di core, che nun si pole nemmanco raccontare; e se gli potevano far de' dispetti, nun si rispiarmavano mica.
      Passato che fu del tempo, du' mesi, via! la Regina 'gli era gravida, e al Re gli toccò d'andare alla guerra, e lassarla lì la [197] su' sposa sola in nel palazzo; ma lui, prima di partire, l'arraccomandò a tutti e alle sorelle, che gliela tienessino bene custodita e l'ubbidissano ne' su' comandamenti, e che poi gli scrivessano a lui al campo quando lei partoriva.
      E accosì la Regina, quando fu il su' mese, partorì du' be' bambini con la collana d'oro al collo e una bambina con la su' stella luccichente in sul capo.
      Figuratevi l'ascherezza delle su' sorelle maligne! Che ti fanno? S'accordano assieme, e di niscosto che nissun se n'avvedde, cavorno dal letto quelle tre creature e ci messano 'nvece du' cani e una cagna, e poi diviato loro scrissano al Re, che la Regina aveva mantienuto la su' 'mprumessa a quel mo', col partorirgli du' cani e una cagna.
      Quando il Re lesse la lettera cascò giù per le terre istramortito dal gran dolore; ma rivienuto in sé, mandò ordine in Corte, che la Regina fusse in nel mumento presa e murata viva a piè della scala del palazzo con solo la faccia scoperta, e che tutti quelli che passavano per di lì, pena la testa, gli avessino a dare uno stiaffo o sputargli 'n viso; e le sorelle gli eran sempre le prime a fargli quegli spregi e la martirizzavano quella poera donna 'nnocente in tutte le maniere.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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