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      Un giorno Manfane e Tanfane, che volevano diventar padroni dispotichi di tutta la mandria insenza farne parte al fratello più piccino, gli dissano a questo con furbizia, perché lui 'gli era giucco:
      - S'ha a partire la mandria. Un rinserrato per uno; i capi che ci vanno dientro saranno di chi ène il rinserrato.
      Si trovorno d'accordo in sul patto, e ognuno si mettiede di bona voglia a fare il rinserrato. Quelli di Manfane e di Tanfane erano di belle frasche tutte verdi e fronzolute, e Zufilo trascelse 'n scambio per il suo de' pali secchi e delle frasche insenza fogliame; sicché dunque la mandria 'gli andette tutta ne' rinserrati di Manfane e di Tanfane, e nel rinserrato di Zufilo non c'entrò altro che una vacca magra, che gli si vedevano tutte le costole.
      Zufilo disse allora alla moglie:
      - Che se ne fa egli di questa vacca secca allampanita? Nun ène forse più meglio ammazzarla e venderne poi la pelle in nella città?
      - Sì sì! - disse la moglie. - Ammazzala la bestia, che la si venderà a caro prezzio.
      Zufilo dunque diede di piglio a un coltello e scannò la vacca; e poi la scorticò per bene, e il coio lo fece seccare al sole, e quando il coio fu rasciutto, lui se lo metté in sulle spalle [206] e con la moglie con seco andiede alla città vicina, e dientro in nel murato badava a sbergolare per le strade:
      - Una bella pelle da vendere! I' la vendo pelo pelo un soldo.
      Ma tutti e' credevano che Zufilo fusse matto, e nimo lo volse comprare il su' coio; sicché s'era fatto già notte, e le botteghe si serravano, e i cittadini arritornavano alle su' case, insenza che Zufilo aesse possuto dar via quel coio.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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