- Che bue! - scrama il pastore. - Se me la profferiscano a me, i' la piglio subbito.
- Guà! - gli arrispose Zufilo, - secondo i gusti. Fa' accosì. Apri il sacco e nentraci nel mi' posto. Domani loro tornano a sentire s'i' ho mutato pensieri, e se te sie' nel mi' posto, quella bella sorte toccherà a te, e i' nun te n'avrò astio.
- D'accordo! - dice il pastore, e scuce Zufilo e neutra in scambio suo nel sacco, e Zufilo ce lo serra ben bene a cucito doppio; poi piglia lo strumento del pastore e fistiettando va via con le pecore.
Quel poero pastore rimaso lì sulla spiaggia aspettava, ma invano, che arrivassano gli ambasciatori del Re. Aspetta! gli hann'anco da vienire. La notte poi si sollevò una tempesta e portò via il sacco col pastore dientro, che nun se ne seppe mai più nulla.
Infrattanto Zufilo tull'allegro deccotelo a casa con le pecore, e zufolava da lontano.
Manfane e Tanfane restorno [210] rimbecilliti a quello spettacolo; gli pareva sì e no che fusse Zufilo. Ma quando lui fu vicino lo ricognobban pur troppo, e gli andorno incontro per sapere come avea fatto a nuscir dal sacco, e chi gli aveva dato tutto quel branco di pecore, Zufilo gli arraccontò alla bona ugni cosa, sicché quelli, disperati di nun poter vincerla con Zufilo, s'ammazzorno fra di loro e addio!
E accosì Zufilo rimanette padrone del baccellaio e campò tavìa in godimento per dimolto tempo.
NOVELLA XXII
Il Magnano o Pelo torto in barba
(Raccontata dalla Luisa vedova Ginanni)
C'era un Re ne' tempi passi, e questo Re 'gli avea una ragazza sola per su' figliola e di nome si chiamava Angiolina; propio una bellezza come un angiolo, che nun se ne vedeva altre di simili per tutto il mondo.
| |
Zufilo Zufilo Zufilo Zufilo Tanfane Zufilo Zufilo Zufilo Zufilo Magnano Pelo Raccontata Luisa Ginanni Angiolina
|