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      Di lì di que' posti nimo ebbe l'ardire di presentarsi al palazzo; ma un giorno deccoti un Magnano forastiero, col paiolo rieto le reni, il su' cappellino e tutto il vestiario da vero magnano, e andiede a riposarsi a un'osteria delle peggio.
      Quando lui ebbe mangiato nentrò in discorsi con l'Oste. Dice:
      - Dunque il vostro Re mi pare ammattito a mettere quel bando in sulla su' figliola.
      Dice l'Oste:
      - Eh! 'gli è stato un mumento di rabbia. Ma poi a' fatti chi lo sa quel che lui pensa. Ammattito nun è, e la colpa gli è della su' capricciosa figliola.
      - Eppure, - dice 'l Magnano, - i' ho voglia di provarlo, se il vostro Re è di parola. La figliola gliela vo a chieder'io per me.
      Scrama l'Oste:
      - Che! Nun ci mancherebb'altro che appunto lo sfacciato fussi voi di fora via. Qui nimo s'è ardito d'andare al palazzo con codesta intenzione. State al vostro posto voi e nun fate l'impaccioso, e sarà più meglio per voi.
      - Tant'è, - dice il Magnano, - il bando i' l'ho letto, e la prova la vo' fare, costi quel che costi. Si starà a vedere.
      E difatto la mattina doppo il Magnano, lassato il paiolo e gli altri arnesi all'Oste, perché glieli custodissi, s'avviò al palazzo regio e chiedette udienza al Re.
      Quando il Magnano fu dinanzi a Sua Maestà, subbito gli disse che lui il bando l'avea visto alle porte attaccato, e che però intendeva di domandargli la su' figliola per su' legittima sposa:
      - Vadia franco, Maestà. Ladro nun sono e ho tutti i mi' recapiti di galantomo. Dunque lei mi mantienga la parola.
      Il Re a quella chiesta rimanette male dimolto, perché lui nun se l'aspettava che uno sfacciato volessi davvero credere al su' bando: ma ritornare addreto nun poteva più, e per impegno si trovò nell'obbligo di nun dinegargliela al Magnano la figliola.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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