Fa chiamare l'Angiolina e gli presenta il Magnano, e gli comanda di prepararsi a diventare la su' moglie.
L'Angiolina in nel sentire la brutta novità diede in gran pianti e rimbrontolava [213] su' padre per la legge barbara bandita su di lei, e si protestò che lei un marito a quel mo' 'gli era 'mpossibile che lo pigliassi:
- Come! Una figliola d'un Re, com'i' sono, dev'essere accosì avvilita da darla per moglie a un Magnano? Che, che! Nun sarà mai.
E in quel mentre s'arrivolse per iscappare in cammera sua. Il Magnano però nun la lassò andar via; la pigliò per un braccio alla rustica e po' gli disse:
- Senta, ragazzina, lei nun parla bene. La vergogna sarebbe che la legge fusse disubbidita. Il Re 'gli ha bandito che la su' figliola la dà a quello che si presenta per il primo e che nun era un ladro. Dunque lei dev'essere la mi' sposa, perch'i' sono il primo a chiederla e nun sono un ladro, e di qui nun me ne vo insenza menarla con meco a casa mia.
E perché i fatti stessan d'accordo con le parole, il Magnano si siedette in una poltrona e aspettava le risposte lì accomido in panciolle. Guà! nun ci fu né versi né rimedi, e di' di', finalmente il Re, abbeneché con gran dolore, volse che la su' figliola si chetass'e s'ammannissi per lo sposalizio.
E' lamenti e le lacrime nun feciano punto frutto, e i capricci non gli valsano più all'Angiolina; bisognò che lei piegassi 'l capo rassegnata alla su' sorte.
Dunque fu fissato che le nozze dovevano concludersi doppo almanco gli otto giorni, e il Magnano 'gli era in questo frammezzo di tempo sempre a desinare dal Re, e la poera ragazza nun si sapea dar pace e piagnea piagnea insenza punto di consolazione: il Magnano però duro, anco che vedessi patire il Re per la pena della su' figliola.
| |
Angiolina Magnano Angiolina Magnano Magnano Magnano Angiolina Magnano Magnano
|