- Guà! - il Re gli arrispose, - che ho io da fare?
- Senta, - dice Fidati, - i' ho bisogno di quel ceppo d'uva salamanna che sta in nel su' giardino.
- Come! - scrama il Re: - nun sa lei che quella è una gran rarità? A che pol esser bona per guarire la mi' figliola l'uva salamanna?
Dice Fidati:
- O lei mi dà l'uva salamanna, perch'i' ne faccia quel ch'i' credo per il mi' 'nteresso, o insennonnò nun ci siem visti: arritorno d'addove i' son vienuto.
In nel sentire quell'ostinazione di Fidati al Re gli parse ammattito: in ugni mo' per la bramosia di provare anco questo medico, se [221] ma' gli guarissi la figliola, il Re gli diede permesso di pigliarla l'uva salamanna.
Per nun la far tanto stucca, insomma Fidati con le barbe dell'uva salamanna cotte in un tegamino d'olio compose l'unguento da ugnere tutta la Regina; e ugni sempre più che lui la ugneva e quella rinvioliva a vista d'occhio, sicché finalmente rinsanichì per l'affatto.
In nella Corte ci fu gran contentezza, e la Regina s'innamorò tanto di Fidati, che conviense al su' babbo di darglielo per su' legittimo sposo e erede di tutto il Regno alla su' morte; accosì Fidati la sorte bona l'ebbe, e viveva da Principe in quella Corte e dicerto nun gli mancava nulla.
In tutto questo tempo 'ntanto Nun-ti-Fidare aveva girato inutile per il mondo in cerca della fortuna, ma era rimaso più poero di prima, e 'gli ebbe di catti se qualcuno per carità gli dava un tozzo di pane da sfamarsi. Gira gira, anco lui capitò nella città reale dell'Ungheria, e un giorno che steva sieduto in un viale d'alberi, decco vede il su' fratello Fidati vienire al passeggio in una carrozza a quattro cavalli; ma che 'gli era il su' fratello nun lo ricognobbe, bensì Fidati ricognobbe lui quando gli chiese la limosina per amor di Dio.
| |
Fidati Fidati Fidati Fidati Regina Corte Regina Fidati Regno Fidati Principe Corte Nun-ti-Fidare Ungheria Fidati Fidati Dio
|