Dice il Re:
- Decco le mi' contentezze! Una bellissima sposa, che nun la posso toccare, perché lei subbito diventa una statua. I' sono un omo sperso e 'l mi' Regno nun avrà eredi.
Que' du' viaggiatori rimaseno isbalorditi a quello spettacolo, e quando si furno licenziati dalla Corte, disse il servitore al su' padrone:
- Maestà, torniamo a casa e state con la vostra moglie; perché si vede che in nel mondo de' contenti nun ce n'è, e della miseria se ne trova più in casa degli altri che in casa di voi.
Detto fatto ritornorno addietro, e il Re s'avvezzò a nun si lamentar più della scontentezza o s'accomidò a quello che Dio gli mandava.
NOVELLA XXV
* Il Figliolo del Re di Portogallo
(Raccontata da Giovanni Becheroni contadino)
Il Re di Portogallo aveva un figliolo di nome Pietro, dimolto voglioloso di pigliar donna, ma a modo suo lui nun la trovava.
Un giorno che Pietro rivieniva da caccia passa per una strada della città, e in sulla porta di una bottega di ciabattino vede una bellissima ragazza: questa ragazza aveva una bellissima capelliera, che tutti i su' capelli parevan d'oro e folti; e po' du' occhi neri e brillantini e come lagrimosi dientro, e una cera rosata com'una mela.
Dice Pietro in fra sé:
- Oh! che bolla ragazza per esser mi' sposa!
Arriva al palazzo, posa lo stioppo in un cantuccio e si riveste da par suo, e poi arritorna fora:
- Tant'è, i' vo' ire a discorrire con seco, - rimuginava Pietro.
- Peccato! che la sia figliola d'un ciabattino.
In quel mentre deccotelo alla bottega del ciabattino e si mette a chiacchierare con la ragazza, e s'accorge che lei nun era soltanto bella, ma anco ben rallevata; sicché dunque se ne innamora a morte.
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