Lui domanda al mercante:
- Quanto costano questi?
Arrispose:
- Dodici paoli ognuno.
[237] - E io ce n'ho dodici dal Re, - dice Angiolino, - e ve gli libbero per tre paoli il capo.
Dice il mercante:
- E i' gli piglio.
- Bisogna però che venghiate con meco, - dice Angiolino.
Partono assieme, e arrivi alla sala dice Angiolino:
- Questo è quello che ha compro gli staffili.
- Oh! - scrama il Re sorridendo: - dunque te siei quello che ha comprato?
- Sì, Maestà, - arrisponde il mercante.
Dice il Re:
- E quanto gli ha' fissati?
- Tre paoli per capo, - dice il mercante.
- Sta bene, - dice il Re; e poi ordina a' soldati che lo piglino il mercante e gli diano le dodici nerbate.
A quella sorpresa urlò il mercante:
- I' ho compro, Maestà, gli staffili e no le busse.
Ma nun gli valse; lui aveva detto che 'gli avea compro e per forza gli furno consegne le dodici nerbate, e po' dovette anco pagarle tre paoli l'una.
Doppo di questo fatto tutta l'udienza accordorno che fusse premiato di cinque lire al giorno Angiolino e la su' moglie, e accosì loro andassino a casa allegramente.
Angiolino si partiede però lesto e corse a ritrovare la Carolina, e feciano gran baldoria e festa, e un bellissimo desinare con invito a' fratelli e alla madre d'Angiolino, e tutti si goderno una tranquilla pace.
La mi' novella nun è più lunga:
Tagliatevi 'l naso e i' mi taglio l'ugna.
NOVELLA XXVII
* I Figlioli della Campagnola
(Raccontata da Ferdinando Giovannini sarto)
Un certo Re, che lui era giovanotto e nun aveva che la su' mamma viva, ma vecchia e superbiosa, andeva accosì a spasso un giorno fora della città e capitò a una casuccia di campagna, addove ci stevan tre ragazze.
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