Dice lei:
- Bene, ci ho gusto, ché almanco tu avra' l'erede al trono. E chi pigli?
E lui gli arraccontò tutto quel che gli era successo. La Regina s'imbizzì in nel sentire quella nova:
- Oh! che sie' ammattito? Come! un Re sposare una tangheraccia campagnola, che nun si sa chi la sia? E ti sie' lasso acchiappare da simili imprumesse 'mpossibili, come un mammalucco! Metti, metti giudizio, ché ho paura che le scherzi.
- No davvero, mamma, i' nun scherzo punto, - dice il Re: - i' ho detto di sposar [240] quella ragazza e la sposerò.
Insomma, doppo dimolti contrasti bisognò che la Regina si chetassi, perché il Re volse fare a modo suo: e difatti, passati diversi giorni, il Re ordinò un bel corteo, e pigliata la su' ragazza con la carrozza, la menò al palazzo e gli diede l'anello di sposa. Ma la mamma di lui nun poteva patire questa sposa, e a mala pena la guardava, e sempre la trattava come se lei fusse stata una serva.
Infrattanto un Soprano che steva lì vicino, mové la guerra a questo Re, sicché al Re gli conviense raunare i soldati e portarsi a combattere i su' nemici: prima però di partirsene fece dimolte raccomandazioni, perché gli tienessin bene la sposa che già era gravida e vicina a parturire, e comandò che gli scrivessano quando lei aveva partorito; anco volse che gli custodissan bene la su' cagna da caccia, lei pure gravida nel mese: doppo, assieme con l'esercito il Re se n'andiede a dar battaglia al confino del su' Regno.
In quel mentre dunque che il Re si trovava laggiù negli accampamenti, alla Regina sposa gli cominciorno i dolori, sicché la messano a letto e subbito chiamorno du' balie per assisterla.
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