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      E dapprima lei parturì un bel bambino con tutti i capelli d'oro; poi, una doppo l'altra, du' bambine co' capelli parimente d'oro e di più con una stella luccichente in sul capo.
      La Regina vecchia, quando vedde che la nora la 'mprumessa fatta al su' sposo l'aveva mantienuta, crepava dalla rabbia, e tutta invelenita pensò di tirarne vendetta con un brutto tradimento: corse subbito al canile addove la cagna del Re aveva parturito tre cagnolini, gli prese 'n braccio e d'accordo con le du' balie gli mettiede dientro al letto della sposa in scambio de' su' figlioli, e questi che qui ravvoltolati in de' cenciacci gli serrò in una cesta, e gli fece buttare nella gora che passava a piè del Palazzo; doppo riviense in cammera della sposa.
      Dice la sposa:
      - Oh! fatemegli vedere i mi' bambini. Dov'ènno, che nun gli sento?
      Allora la Regina vecchia, con un risuccio lutto dispettoso:
      - Eh! sì, che ve ne potete tienere de' be' figlioli che vo' avete regalo al Re vostro marito! Nun ve gli han fatti vedere per nun darvi ascherezza. Ma tanto nun c'è rimedio, e bisogna bene che 'n tutti i modi vo' gli vegghiate. Belli! badate qui, che be' canini v'ènno sortiti di corpo.
      A quella vista la sposa si sviense e gli nentrò una gran [241] febbre addosso, sicché lei vagellava e nun sapeva più quel che diceva.
      Ma 'ntanto quella vecchiaccia della su' socera birbona gli aveva scritto al Re che subbito tornass'a casa; e lui fatto la pace all'infuria, viense via a spron battuto, che nun gli pareva che il cavallo corressi mai abbastanza.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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