Ditecelo quel che no' s'ha da fare.
E la vecchia:
- Or ora qui nel bosco ci apparirà il Re di questo paese, che va a caccia, e lui vorrà nentrare in questo palazzo. Fategli bon'accoglienza e invitatelo a desinare. Avete vo' capito?
- Sì, sì, s'è capito, e si farà come ci avete detto.
E doppo la vecchia se n'andiede via.
Ma passato un [244] po' di tempo, decco che si sentono de' corni di cacciatori; poi arriva il Re e vede 'n fondo al bosco quel bellissimo palazzo, addove gli erano alloggiati i tre bambini.
Dice:
- Oh! che palazzo è ma' questo? Chi lo pol aver fabbricato, se nun c'era qualche settimana fa quand'i' viensi a caccia per questi loghi? Vo' sapere di chi è.
Subbito corre al portone e picchia, e gli aprirne i bambini.
Il Re rimanette isbalordito in nel veder quelle tre belle creature tutte co' capelli d'oro e le bambine per di più con la stella in sulla testa, e però borbottava in fra di sé:
- E' paian quelle creature che m'aveva imprumesso la mi' sciaurata moglie!
I bambini lo feciano nentrar dientro, e lo menorno a visitare il palazzo e tutte le ricchezze e le maraviglie che c'erano; e lui nun rifiniva mai di guardare e rimaneva a bocc'aperta insenza poter parlare; e poi anco nun sapeva farsi una ragione come que' tre bambini stessan a quel mo' soli, perché nun li era rinuscito di vedere punti servitori, né padroni grandi. Da ultimo il Re voleva licenziarsi, ma i bambini gli dissano che lo gradivano a desinare con loro, e lui, con la speranza di cognoscere il babbo e la mamma de' bambini, gli acconsentette a restare.
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