E gli ho inviti a desinare, e nun mancherò alla mi' parola di Re.
- Oh! fate voi, che per me nun me n'impiccio, - gli arrispose la madre.
Al quarto giorno il Re arritornò a far visita a' bambini. Infrattanto bisogna però assapere che in nel palazzo c'era riapparsa la vecchina fatata, e lei i bambini gli aveva bene 'struiti del come loro dovevano comportarsi:
- Se il Re v'invita a desinare, andate. Ma badate, veh! state all'ubbidienza: nun mangiate niente insenza prima darne al cane, e nun aprite la scatolina che quando vi si dà un gran dispiacere.
Accosì i bambini quando veddano il Re gli dissano:
- No' si vien volentieri, ma a patto che lei ci permetta di portare con noi questo canino: insenza lui nun si parte di casa.
Dice il Re:
- Menatelo pure; a me nun mi dà noia.
Sicché tutti assieme nuscirno fora e arrivorno al palazzo del Re.
Subbito nentri in nel palazzo, il Re menò i bambini alla presenzia di su' madre:
- Guardate, mamma, che belle creature! e come ammodo.
La Regina però gli sbirciava di traverso; poi a un tratto disse:
- Bambini, all'ora di desinare c'è tempo, e forse vo' avete fame doppo una spasseggiata tanto lunga. Vienite con meco in dispensa, qualcosa da mangiare ci sarà.
I bambini nun se lo fecian dir du' volte e a salti andettano dreto alla Regina assieme col canino, che scodinzolava a tutto potere; e quando furno alla dispensa, la Regina pigliò una cofaccia dolce e la diede a' bambini, perché la mangiassino: ma loro prima ne staccorno un pezzetto e lo buttorno al canino, che lo 'ngollò in un battibaleno, e a male brighe che l'ebbe ingollato principiò a dimenarsi e a buttarsi a pancia all'eria, e doppo d'avere sgambettato innaspando co' piedi, rimanette lì morto steccolito con la bava alla bocca.
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Regina Regina Regina
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