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      Quando dunque questo Re fu al palazzo, lui corse da su' madre e gli arraccontò del guerrieri che comandava l'esercito contrario, e gli disse che lui l'aveva menato con seco per [250] l'abboccamento.
      - Oh! mamma, mamma! - scramava dalla passione che si sentiva in nel core:
     
      Fanta-Ghirò, persona bella,
      Du' occhi neri, dientro la su' favella:
      Carissima madre, mi pare una donzella.
     
      Dice la madre:
      - Portala in nella stanza dell'armi. Se lei è una donna, non le guarderà e nun le vorrà toccare.
      Il Re fece subbito a quel modo; ma Fanta-Ghirò pigliava le spade e le provava; scaricò gli stioppi e le pistole, proprio a somiglianza d'un omo.
      Il Re torna da su' madre:
      - Mamma, lei brancica l'armi com'un omo. Ma in ugni mo':
     
      Fanta-Ghirò, persona bella,
      Du' occhi neri, dientro la su' favella:
      Carissima madre, mi pare una donzella.
     
      Dice la madre:
      - Portala giù 'n giardino. Se lei è una donna, piglierà una rosa o una viola 'n mano e poi se la metterà nel petto; ma, se 'gli è omo, vederai che si ferma al gelsumino catalogno, e doppo averlo annusato se lo metterà all'orecchio.
      Dunque il Re menò Fanta-Ghirò giù nel giardino a spasseggiare; lei bensì colse un gelsomino catalogno, l'annusò ben bene e poi se lo mettiede all'orecchio. Il Re torna da su' 'madre:
      - Ha fatto com'un omo. Ma io son sempre della medesima idea:
     
      Fanta-Ghirò, persona bella,
      Du' occhi neri, dientro la su' favella:
      Carissima madre, mi pare una donzella.
     
      Dice la madre, che vedeva il su' figliolo tanto disperato per l'amore, e a lui il core gli faceva tuppete tappete dalla gran passione:


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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