Fanta-Ghirò moriva dalla pena, perché il Re la pintava a 'gnudarsi e buttarsi giù in nella pescaia. Dice Fanta-Ghirò:
- Mi sento male. Mi vien certi gricciori per le spalle e per le gambe... Oh! 'gli è un segno cattivo; c'è qualche disgrazia per aria.
Il Re s'impazientiva:
- Nun è nulla. Spogliatevi e buttatevi giù, ché ci si sta tanto bene. Che disgrazie volete voi che ci siano?
In quel mentre si sente un rumore, e Fanta-Ghirò scrama:
- Un cavallo, un cavallo alla carriera, con uno de' mi' dragoni sopr'esso. Sta', sta'! deccolo.
A male brighe il dragone gli viense dinanzi, gli diede la lettera di su' padre a Fanta-Ghirò, e lei fece le viste d'aprirla con gran premuria, e quando l'ebbe letta, disse al Re:
- Mi rincresce, Maestà, ma ci sono delle cattive nove. Lo dicevo io, che que' gricciori gli erano un segno cattivo! Mi' padre è lì lì per morire e mi vole rivedere. Dunque bisogna ch'i' me ne vadia in nel momento; sicché facciamo la pace, e se vi garba, vienite a trovarmi nel mi' Regno. Il bagno si farà un'altra volta.
Figuratevi se il Re 'gli era disperato davvero, perché lui propio credeva che Fanta-Ghirò fusse donna, e ci moriva su dalla passione; ma gli conviense adattarsi al su' barbaro destino e lassarla ir via Fanta-Ghirò insenza essersi sincerato.
Fanta-Ghirò dunque dapprima passò dalla su' cambera e 'n sullo inginocchiatoio ci mettiede un foglio scritto, che diceva:
Fanta-Ghirò
Donna è vienuta e donna se ne va;
Ma 'mperò cognosciuta il Re nun l'ha...
[253] Quando la mattina doppo il Re 'gli andette in quella cambera per isfogarsi della su' passione, in nel girar gli occhi vedde il foglio e lo lesse; sicché rimase lì di sasso, come un baiocco, tra 'l dispiacere e l'allegrezza.
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Fanta-Ghirò Fanta-Ghirò Fanta-Ghirò Maestà Regno Fanta-Ghirò Fanta-Ghirò
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