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      A questa nova il Re ordinò che la cammera s'apra per vedere se la su' figliola ha male; rientrati però dientro, tutti s'accorgono che la ragazza gli è scappata via e che nun c'è più nimo.
      Figuratevi! Il Re montò sulle furie, che pareva un cane arrabbiato, perché luì capì che l'Adelasia gliel'aveva menata con seco Adelame; sicché mandò [261] soldati per ugni logo dello Stato a cercarne, e mettiede fora un bando, che gli fussano riportati que' dua o morti o vivi, nun gl'importava, tanto lui gli voleva in ugni mo' ammazzati.
      Dunque a male brighe che Adelame e l'Adelasia seppano del bando in nella capanna dell'Eremita, badorno di scansare i confini dello Stato del Re, e seguitorno a camminare dimolti giorni, campando alla meglio con il vendere le robbe dell'Adelasia, e dormivano per le capanne, fino a che si trovorno da ultimo in un logo salvatico e deserto in vetta a un monte che pianeggiava in sul cucuzzo: lì risolverno di fermarsi. Adelame ci rizzò una capanna, e scoperto che a qualche miglio più giù in nella vallata c'era un paesuccio, si mettiede a tagliare legne e far carbone, e poi scendeva a venderlo per comprarci il necessario al campamento.
      Da più mesi oramai quegli sposi abitavano su quel monte, quando l'Adelasia s'accorgé d'esser gravida, e al su' tempo parturì un bel mastio, e se lo battezzorno con le propie mane, e gli messan nome Germano. E Germano cresceva a vista d'occhio, vispolo e giudizioso, e quando fu negli otto anni il su' babbo se lo menava con seco al bosco, e poi col carico delle legne o con le balle del carbone a vendere ugni cosa al paesuccio; arrivo a' diciott'anni, e' lo mandava anco solo.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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