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      - Oh! pover'a me! - scramò l'Adelasia: - addove sarà ito mai? I' l'ho gridato un po', perché lui ha dato 'n baratto di quest'uccellino 'n gabbia il ciuco col carico e tutto, e gli ho detto, che se te tornavi, te l'aresti ammazzato di sicuro. E lui allora è fuggito, e i' credevo che fussi vienuto a riscontrarti. Oh! me sciaurata! Addove sarà ito il mi' figliolo?
      Dice Adelame:
      - Vedi! tu ha' fatto male a dirgli quelle parole e a rimbrontolarlo. Lui ha operato secondo il su' sangue; ha operato da Re, abbenché lui nun sappia che è di stirpe reale.
      Insomma, aspetta aspetta, Germano nun lo veddano più, e s'arrabattorno inutile a ricercarne e a domandarne per i contorni. Erano que' du' poeri genitori disperati a morte, figuratevi!
      Ma lassamo Adelame e l'Adelasia fra mezzo a' pianti e all'ascherezza e si vadia rieto a Germano. Lui camminò dimolti mesi e campava in sulle limosine, e finalmente arrivò, insenza saperlo, alla città del Re su' nonno; e siccome 'gli era vestito tutto con la pelle di bestia salvalica e pareva una stranezza, tutta la gente gli si faceva d'attorno per cognoscere chi era e da che paesi vieniva, se era solo, oppuramente se lui aveva il babbo e la mamma. Lui arrispondeva sì e no, secondo i casi, ma non potiede dire mai da che paese lui era vienuto.
      Con tutto questo fracasso di popolo Germano arriva in sulla piazza del Palazzo reale, che appunto il Re steva alla finestra, e quando vedde la raunata mandò subbito un servitore a sentire quel che era successo.
      Dice il servitore:


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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